Vicolo cieco

dicembre 30, 2010

Canelli non era una bella città neanche prima.
Forse per questo, ora che la civilà è crollata, il posto pullula di infetti.
L'ho scoperto dopo aver inviato l'ultimo post - quando erano già fra me e l'automobile.

Ora sono asserragliato in una agenzia di viaggi dalle parti di Piazza Gioberti.
Perché un'agenzia di viaggi?
Perché aveva una saracinesca che si poteva abbassare a mano e bloccare meccanicamente.
Non un granché, ma ero stanco di correre, ed avere un posto in cui fermarsi pareva una buona idea.
Perciò ora sono qui, tra un poster che mi propone una vacanza a Rio ed una geisha sorridente sotto ai fiori di ciliegio.
La rete funziona - per cui potrei prenotare un volo per qualsiasi angolo del mondo - se solo ci fossero ancora dei voli.
Inve ci sono solo una quindicina di Gialli in preda ad una furia omicida - feeding frenzy, eh? - che fa loro ignorare il freddo.
Un paio, i più deragliati, si gettano contro la saracinesca a corpo morto, cercando, chissà, di sfondarla, o magari di attraversarla.
Gli altri pascolano sulla via davanti all'ingresso.
Uno se ne sta in disparte, e osserva.
È quello che mi preoccupa di più.

La dotazione è scarsa.
Quindici cartucce a pallettoni, dieci monopalla.
Una confezione di merendine al cioccolato.
Circa due litri d'acqua.

Sembra che io mi sia cacciato in un vicolo cieco.
Prima o poi doveva succedere.

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