Italiani, brava gente

dicembre 24, 2010


L'organizzazione implementata in paese dalle truppe del Marchese è semplice.

Ogni mattina, la popolazione superstite (una quarantina di persone) viene riunita sulla piazza del municipio.
Il panzone barbarossa legge loro le ultime novità arrivate via radio da Canelli, dove il sole sorge ogni mattina dal buco del culo del Marchese (o così parrebbe da quanto si pompa).
La popolazione applaude.
Poi vengono divisi in squadre, e proceono al saccheggio sistematico delle case e delle cascine abbandonate.
Ogni squadra di cittadini è accompagnata da tre uomini armati di fucile d'assalto, come difesa dai pochi gialli che si trascinano verso il paese attraverso i campi innevati.

Cercano cibo, medicinali, armi e munizioni, equipaggiamento tecnologico.
La cantina sociale è stata ripulita.
Hanno recuperato un carro attrezzi dall'officina sulla strada per Incisa, e due SUV sono stati cooptati per il trasporto delle truppe.

Alle otto di sera, dopo la distribuzione di cibo agli operai, coprifuoco.
Le vetture di ronda cominciano a girare.

Esistono delle eccezioni, dei casi particolari.
Già un paio degli uomini si sono arruolati, ed hanno fatto il salto della barricata.
Sono quelli ai quali non sono state ancora assegnate le armi automatiche.
Spesso - due/tre volte la settimana - il pulmino lascia il paese alle sette, e rientra attorno alle otto.
Ne scendono una mezza dozzina di ragazze che ridacchiano e barcollano verso il municipio - dove vanno ragionevolmente a rinforzare le cinque che il governatore ha "arruolato" al suo arrivo in paese.

Gli esseri umani sono estremamente adattabili.
Dopo l'esecuzione del parroco e del vicesindaco nell'autocisterna dei gialli, solo altre due persone - colpevoli di aver cercato di sottrarre cibo durante la raccolta - sono finite in pasto agli infetti.
Ed ora il popolo applaude felice ogni nuovo proclama invato via radio dalla reggia di Canelli.

In fondo, hanno cibo, protezione, qualcuno che si prende le responsabilità al posto loro. E chissà, con un po' di fortuna le loro figlie potrebbero avere una opportunità di carriera in municipio.

Dopo il fattaccio del mulino, io non sono particolarmente popolare.
Famigerato, è la parola adatta.
Mi chiamano La Faina - animaletto odioso che si insinua nei pollai per rubare.
Mi vogliono vivo.
"Preferibilmente vivo" dicono i manifesti fotocopiati.
Che poi, perché perder tempo a stamparli e affiggerli, quando tutta la popolazione è informata...?

E così, io li osservo da lontano, mi lecco le ferite, e aspetto il mio momento.
Lasciamo che pensino che io abbia abbandonato l'area.

Di notte, al buio, striscio lungo i megahertz con la mia vecchia radiolina multibanda.

C'è un sacco di statica.
C'è un disc jockey asserragliato nella sua stazione da qualche parte nel'appennino che mette vecchia musica anni '70 e '80 e parla a ruota libera.
Ha la stessa voce di mio fratello.
Ci sono segnali discontinui, dalla Sopagna, dalla Francia.
Ci sono voci che discutono in tedesco.
Un canale in giapponese.

Ma io da Canelli non ho ancora mai captato nulla.
Strano, eh?

Ma c'è altro a cui pensare.

Domani è Natale.
Domani è festa.

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